Atti Giudiziari, notifiche per posta
|
Le cancellerie potranno seguire l'iter momento per momento Articolo tratto da ItaliaOggi |
Risparmiare sui tempi e sulle spese processuali guadagnando in efficienza organizzativa e di servizio. Un tentativo che dal l° marzo 2005 vedrà Poste italiane spa coinvolta a pieno titolo nella gestione integrata delle procedure di notifica a mezzo posta degli atti penali a richiesta dell'autorità giudiziaria e dei biglietti di cancelleria. Il sodalizio tra il mondo giudiziario e Poste spa parte dalla convenzione stipulata dal ministero il 15 luglio scorso fino al 31 dicembre 2006 che prevede l'esaurirsi del processo di notifica in un arco di sei giorni, otto al massimo, tempo occorrente a portare il destinatario a conoscenza dell'atto emesso a suo carico. Un percorso a tappe ravvicinate imprescindibile per consentire l'instaurarsi del procedimento e fare dell'iter giudiziario un percorso netto fuor di intoppi e lungaggini di natura burocratica: dalla distinta di consegna dell'atto ricevuta dall'ufficio per la notifica e l'esecuzione dei protesti alla prima postalizzazione così com'è definita la prima consegna dell'atto. Al centro di questo processo di revisione gli uffici per la notifica e l'esecuzione dei protesti presenti in ogni città sede di Corte d'appello e di tribunale, chiamati a giocare un ruolo di coordinamento con Poste italiane nuovo collettore degli atti giudiziari da notificare e degli avvisi di ricevimento da smistare direttamente alle cancellerie degli uffici giudiziari. Ma vediamo cosa cambia rispetto all'assetto attuale: per Angelo Gargani, vicecapo del dipartimento dell'Organizzazione giudiziaria, “è determinante la creazione da parte di Poste italiane di un archivio informatico via web accedendo al quale, digitando userid e password, gli uffici giudiziari potranno conoscere l'iter procedurale dell'atto in via di notifica e così non dover più rinviare il processo per il tempo ancora utile a disporre ulteriori accertamenti”. Nulla cambia invece sul piano giuridico, distingue, dove in base alla legge 890/82, l'ufficiale giudiziario resta il dominus delle notifiche a mano o a mezzo posta ma con un ruolo esaltato perché l'attività di imbustamento e ritiro degli atti spetterà d'ora in avanti all'addetto postale. L'organizzazione del lavoro prevede infatti che gli atti da notificare accompagnati da una ricevuta riepilogativa con data e ora di consegna, il numero di registro generale, il nome del giudice e la data dell'udienza passino dalle mani dell'Unep a quelle delle Poste o attraverso consegna diretta da parte dell'ufficio o attraverso il ritiro a domi cilio presso gli uffici da parte de gli operatori postali. Stampato e imbustato il materiale sotto il diretto controllo dell' ufficiale giudiziario, avvisi di ricevimento inclusi, Poste provvederà così all'invio delle raccomandate di notifica. Il tutto, promette, nel giro di sei giorni lavorativi in al meno il 95% dei casi e otto giorni lavorativi nel restante 5% dei casi. "E per ogni notifica consegnata o ritirata dall' Unep, ci sarà un compenso di 8,37 euro comprensivo anche dell'eventuale necessità di una seconda raccomandata, finora un costo autonomo per l'amministrazione giudiziaria", aggiunge Gargani mentre sottolinea come la convenzione sia stata anche "l'occasione per abbattere quel tasso di interesse del 15 % sui conti di credito relativo a spese di giustizia e posta ordinaria pagato finora ogni anno dall'amministrazione giudiziaria". E proprio sui costi economici e di efficienza del nuovo servizio avevano avuto a che dire lo scorso autunno i sindacati degli ufficiali giudiziari contrari al cambiamento: "Temono che questa convenzione possa esse re il primo passo verso la privatizzazione del servizio notifiche ma possono stare tranquilli per ché da parte dell'amministrazione giudiziaria, non c'è nessuna previsione di emarginare o estromettere il ruolo e la figura dell' ufficiale giudiziario", evidenzia Gargani. Ma per gli ufficiali giudiziari le perplessità restano più di una a cominciare da "una convenzione molto farraginosa che anziché facilitarci le cose sembra complicarcele", ritiene Giancarlo Sili, dirigente dell'Unep di Roma. "Ci sono troppi passaggi di atti", si sfoga, "soprattutto considerando l'insufficienza di personale a nostra disposizione con circa 40 ufficiali giudiziari in meno: oggi come oggi le cancellerie ci mandano gli atti e ce li gestiamo noi, d' ora in avanti in vece dovremo caricarli sui cronologici, le Poste ritirarli, farne la scansione, riportarci gli originali, a noi spetterà quindi predisporre la relazione di notifica e a loro dirci quando spediranno l' atto... non si finisce più".
|